Il protocollo Z-Wave lavora ad una frequenza di 868,4MHz ed ha una potenza massima di 25mW. È particolarmente utile e diffuso per dispositivi come sensori a batterie, ma viene anche usato per attuatori collegati direttamente
alla tensione di alimentazione 220V AC. Ogni rete Z-Wave può contenere al massimo 232 nodi, ovvero dispositivi associabili, tenere presente però che ogni dispositivo può fornire più informazioni come luminosità, temperatura e
movimento. La rete è di tipo MESH, quindi i moduli trovano autonomamente la strada migliore per comunicare con la centralina e possono funzionare anche da ripetitori di segnale. Questa caratteristica, però, non è implementata
in tutti i dispositivi per ragioni di consumo (ridurrebbe notevolmente la durata delle batterie) pertanto è necessario conoscere bene le funzioni di ognuno per effettuare una installazione che funzioni correttamente. I nodi di una rete Z-Wave si possono dividere in due macro categorie: nodi controllori e nodi slave.
• I nodi controllori sono quei nodi che hanno la capacità di ospitare una tabella di indirizzamento dell’intera rete e calcolare i percorsi sulla base di essa. Tali nodi hanno la capacità di trasmettere i percorsi ai dispositivi slave in modo da abilitarli alla trasmissione dei segnali instradati.
• I nodi slave sono invece quei nodi che non sono in grado di stabilire i percorsi e generalmente funzionano come unità di ingresso e uscita nelle applicazioni Z-Wave. Esempi di nodi slave sono i dispositivi che controllano
l’accensione, lo spegnimento o infine regolano l’intensità delle luci, i dispositivi che rilevano la temperatura interna ed esterna, quelli che comandano motori che determinano il movimento di tapparelle o tende, misurano l’energia elettrica consumata o prodotta, comandano l’irrigazione del giardino, etc.
Sebbene Z-Wave sia uno standard ed i vari produttori rispettino le stesse regole di implemetazione, non c’è completa compatibilità tra tutti dispositivi e tutti i controllori, pertanto bisogna fare attenzione a quali prodotti vengono usati.
PRO
• È uno standard utilizzato da una moltitudine di produttori a livello globale
• Sul mercato esistono prodotti di design, molto funzionali e semplici da usare
• Esistono un gran numero di sensori a batteria, utili per arrivare in posti non coperti da cablaggio
• Consente di espandere il sistema in qualsiasi momento
CONTRO
• I sensori a batteria trasmettono i dati con tempistiche lente per ridurre i consumi
• I sensori a batteria non hanno la funzione di estensore di linea per ridurre i consumi
• Non è assicurata la compatibilità di sensori ed attuatori con i controllori, pertanto l’implementazione potrebbe risultare ristretta rispetto alle potenzialità
• Gli attuatori solitamente controllano 1 o 2 dispositivi, pertanto ne serve un numero elevato per gestire un intero impianto
• Gli attuatori solitamente lavorano con la tensione di rete 220V AC e, per tenere ridotte le dimensioni, possiedono scarse protezioni sull’alimentazione
• Sistema consigliato solo per l’Home Automation