Introduce regole e raccomandazioni in merito alle prestazioni degli impianti elettrici residenziali, prestazioni che principalmente non riguardano gli aspetti tecnici relativi alla sicurezza delle persone e dei beni, ma sono prescrizioni addizionali che riguardano la funzionalità e la fruibilità degli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno di condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari, dei quali fino ad oggi nelle norme non esisteva un preciso riferimento.
L’allegato A è un’aggiunta normativa entrata in vigore dal primo settembre 2011 e le relative prescrizioni si applicano ai nuovi impianti e ai rifacimenti completi degli impianti elettrici esistenti eseguiti in occasione di ristrutturazioni edili delle unità immobiliari. Fanno eccezione gli impianti elettrici negli edifici pregevoli per arte e storia che sono soggetti al decreto legislativo 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dell’articolo 10 della legge 37 del 6/7/2002”.
Nell’allegato A è stata introdotta una classificazione per “livelli prestazionali” degli impianti elettrici nelle abitazioni in funzione delle prestazioni e del numero dei circuiti terminali, il livello prestazionale non è collegato alla categoria catastale né alla classificazione energetica, maconcorre unicamente alla qualità, alla funzionalità e al valore di mercato dell’unità immobiliare.
I livelli prestazionali sono tre, ognuno contraddistinto da una dotazione minima di punti luce e punti prese di energia unitamente ad una serie di servizi ausiliari e ad un numero minimo di linee terminali, ovviamente in rapporto alla superficie dei vari locali dell’unità abitativa:
- LIVELLO 1 è quello base, obbligatorio ai fini della conformità dell’impianto alla norma CEI 64-8, e prevede un numero minimo di punti luce, un numero minimo di punti prese di energia, un numero minimo di prese TV, un numero minimo di prese telefono e/o dati, un numero minimo di dispositivi per l’illuminazione di sicurezza, un numero minimo di circuiti terminali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio. Il livello 1 garantisce un impianto elettrico essenziale senza rinunciare a sicurezza ed efficienza.
- LIVELLO 2 prevede un aumento delle dotazioni di cui al livello 1 con l’aggiunta di alcuni servizi ausiliari quali il videocitofono, il sistema anti-intrusione e il sistema di controllo carichi. Questo livello garantisce oltre ad una maggiore sicurezza anche una riduzione degli sprechi energetici ottimizzando l’uso dell’energia elettrica attraverso il controllo dei carichi.
- LIVELLO 3 oltre ad un ulteriore aumento delle dotazioni rispetto al livello 2, introduce il sistema domotico (Home Automation) cioè un sistema elettronico che mette in comunicazione, attraverso un particolare protocollo, i vari impianti (elettrico, elettronico, termico, anti-intrusione) con l’obbligo di gestire, almeno quattro delle seguenti funzioni: impianto anti-intrusione, controllo dei carichi, gestione e comando dell’illuminazione, gestione della temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema di diffusione sonora, rivelazione incendio, sistema anti-allagamento, sistema di rivelazione gas. Questo livello individua un impianto innovativo e di pregio nel quale la tecnologia elettronica diventa una componente essenziale al fine di ottimizzare la vita domestica e controllare i consumi energetici.
La variante V3 della Norma CEI 64-8, prescrive inoltre, che gli impianti elettrici delle abitazioni siano dimensionati per una potenza impegnabile minima di 3 kW in unità abitative di superficie fino a 75 m², e di 6 kW in unità abitative con superfici superiori, indipendentemente dal livello prestazionale e dal contratto che l’utente stipulerà con il Distributore di energia elettrica. La superficie da considerare è quella calpestabile escludendo eventuali pertinenze come box, cantina, giardino.
Con la variante V3 per quanto riguarda il dimensionamento del montante viene aggiunta l’obbligatorietà della sezione minima pari a 6 mm², e nel caso in cui il montante e/o il quadro generale di appartamento non siano realizzati in doppio isolamento, è necessario installare alla sua base, ad una distanza non superiore a tre metri dal punto di fornitura, un interruttore differenziale selettivo nei confronti di tutti gli altri interruttori differenziali installati a valle, al fine di garantire la protezione dai contatti indiretti. Nel caso in cui si debba avere la necessità di più linee montanti; ad esempio una linea appartamento, una linea garage, una linea cantina, è possibile installare sempre a non più di tre metri dal contatore, un quadro dove poter dividere la fornitura in un massimo di tre linee montanti ognuna con eventuale differenziale selettivo.
Un’altra particolarità della variante V3 riguarda il quadro generale di appartamento, il centralino, nel quale dovrà essere previsto:
- il 15% di spazio libero a disposizione, ad esempio un centralino da 24 moduli dovrà avere almeno 4 moduli liberi a disposizione di eventuali ampliamenti successivi;
- il conduttore di protezione principale cioè quello che collega l’impianto di terra dell’edificio con l’abitazione deve raggiungere direttamente senza interruzioni il centralino al fine di permettere una efficace installazione degli scaricatori di sovratensione;
- nel centralino deve essere installato un interruttore generale, ad esempio un sezionatore, ben individuabile e facilmente accessibile per consentire tramite un’unica operazione di togliere tensione a tutto il quadro e di conseguenza a tutto l’impianto, a tale proposito la norma CEI 64-8 articolo 514.1 prescrive che gli interruttori del centralino siano facilmente identificabili tramite apposita etichetta.
- la suddivisione in parallelo dei circuiti terminali dell’unità abitativa su almeno due interruttori differenziali, ad esempio luce e prese oppure zona giorno e zona notte, in questo modo un guasto su una parte dell’impianto non avrà effetti sull’altra parte garantendo la massima continuità di esercizio. A tale proposito la norma CEI 64-8 V3 consiglia l’utilizzo di interruttori differenziali di tipo A, adatti a rilevare sia correnti differenziali di tipo alternato sia correnti differenziali di tipo unidirezionale pulsante che generalmente sono presenti su apparecchi come lavatrici, condizionatori e in genere su apparecchiature con circuiti elettronici. Al fine di garantire una migliore continuità di servizio, viene raccomandato l’uso di differenziali ad elevata immunità agli scatti intempestivi e/o interruttori differenziali muniti di dispositivi di riarmo automatico, inoltre è resa obbligatoria la selettività tra gli interruttori differenziali.
Per quanto riguarda il rischio di fulminazione della struttura effettuato in base alla Norma CEI 81-10 (CEI EN 62305), la variante V3 introduce una importante novità per gli impianti elettrici classificati al livello 3, ai fini di tale valutazione non basta considerare solo il rischio di danni alle persone come per il livello 1 e 2, il progettista o l’installatore deve garantire anche la protezione contro le sovratensioni in grado di causare danni alle apparecchiature prevedendo l’installazione di eventuali scaricatori di sovratensione nel centralino.
La variante V3 della 64-8 ha introdotto importanti novità anche riguardo alle prese di energia, il cosiddetto entra/esci sui morsetti è ammesso solo se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
- i morsetti sono dimensionati per ricevere la sezione totale dei conduttori da collegare;
- le prese da collegare sono nella medesima scatola oppure in non più di due scatole successive.
Per l’installazione di un numero maggiore di prese è necessario prevedere nuove linee provenienti direttamente dal centralino o anche dallo stesso interruttore di protezione ma con una linea aggiuntiva.
Nella Norma CEI 64-8 articolo 537.5.2, viene stabilito in modo esplicito che le prese di energia devono essere protette da sovracorrente tramite un dispositivo di corrente nominale non superiore alla corrente nominale delle prese o alla minima fra esse se il medesimo dispositivo protegge prese di tipo diverso, ad esempio non è ammesso installare prese da 10 A in un circuito protetto da un interruttore magnetotermico da 16 A.
A proposito delle prese, la variante V3 della Norma CEI 64-8 prevede in prossimità di prese radiotelevisive, l’installazione minima di sei prese di energia con spazio adeguato, ormai a causa della presenza di alimentatori inglobati nelle spine elettriche con conseguente aumento di volume, è bene lasciare tra una presa e l’altra uno o due spazi liberi, ad esempio in una scatola 503 è bene prescrivere, da parte del progettista, l’installazione di una sola presa P30 o due prese P11/17 separate da un copriforo, una presa di energia in apposita scatola dedicata, è inoltre obbligatoria vicino ad ogni presa dati o telefono.
A seguito di questi nuovi aggiornamenti, alle recenti normative sul risparmio energetico relative agli edifici a energia quasi zero, al sempre maggiore utilizzo della “Home and Building Automation” e alla continua evoluzione tecnica della trasmissione dati e delle trasmissioni radiotelevisive, dal primo settembre 2011, nel settore dell’impiantistica elettrica residenziale, non è più sufficiente realizzare un semplice centralino da 6/8 moduli DIN, generalmente posto a fianco della porta d’ingresso o sistemare amplificatori, relè e/o alimentatori vari all’interno di scatole di derivazione, è buona norma per un impianto a regola d’arte, la prescrizione da parte del progettista elettrico/elettronico della realizzazione di un apposito “locale tecnico” dove poter sistemare e gestire tutte le apparecchiature che la Norma prescrive e che la moderna impiantistica mette a disposizione.
Prendendo come riferimento un impianto di livello 1 cioè una dotazione impiantistica minima, è consigliabile che detto locale sia delle misure minime di metri 1×1,50, altezza metri 2,80, provvisto di almeno quattro prese di servizio, due P30 e due P17/11 opportunamente distanziate poste in vicinanza della porta d’ingresso ed avere una piccola finestra ad un’altezza di metri 2,50 per una corretta ventilazione naturale o forzata. Il locale tecnico dovrà essere facilmente raggiungibile ed individuabile mediante apposita targhetta sulla porta ed essere situato possibilmente nelle vicinanze dell’ingresso principale compatibilmente con le esigenze architettoniche, al fine di poter intervenire tempestivamente in caso di eventuali necessità. E’ buona norma inoltre, da parte del progettista o dell’installatore, prevedere o realizzare le seguenti tubazioni libere nel locale tecnico:
- una tubazione Ø 32 mm dal vano contatore o dal locale contatori condominiali;
- una tubazione Ø32 mm dalla fornitura telefonica singola o condominiale;
- due tubazioni Ø 25 mm dal tetto o dal terrazzo condominiale;
- una tubazione Ø 20 per ogni presa dati e/o TV.
E’ possibile derogare?
Si sono diffuse nelle ultime settimane interpretazioni secondo le quali sarebbe possibile, per mezzo di un accordo tra impresa e cliente, derogare dalle prescrizioni della 64-8;V3.
Ci sono due aspetti della norma da prendere in considerazione:
- La sicurezza
- Le prestazioni (dotazioni minime)
Per quanto riguarda la sicurezza L’impresa è tenuta ad applicare tutte le prescrizioni non solo contenute nella Cei 64-8 ma di tutte le normative vigenti in materia di sicurezza pertanto la deroga è di sicuro assolutamente impossibile.
Per quanto riguarda i livelli minimi di dotazioni la possibilità di derogare, per quanto teoricamente ragionevole in alcuni casi (ad esempio: un numero inferiore di prese TV), risulta molto difficilmente percorribile e mette l’impresa esecutrice in condizione di rischio.
Occorre Ricordare che:
Il DM 37 del 22 Gennaio 2008, specifica all’art.6 che: “Le imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell’arte, in conformità alla normativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi. Gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell’UNI, del Cei o di altri Enti di normalizzazione…., si considerano eseguiti secondo la regola dell’arte.
Essendo la CEI 64-8;V3 a tutti gli effetti una norma ed avendone quindi pienamente il valore, una deroga da quanto in essa prescritto espone l’impresa installatrice all’impossibilità di certificare l’impianto come realizzato a regola dell’arte.
L’impresa sarebbe cioè costretta a rilasciare una dichiarazione di conformità dalla quale si dovrebbe e potrebbe desumere il rispetto delle norme per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza ma contemporaneamente il mancato rispetto di altri aspetti come ad esempio i limiti minimi prestazionali contenuti nella norma. Come può l’impresa dichiarare di aver operato alla regola dell’arte? Dichiarare che un impianto è stato realizzato a regola d’arte richiamando la norma sapendo però di non averla rispettata totalmente costituirebbe un atto falso.
In sintesi: